Momenti di vita e di storia nello spilimberghese:
Affreschi, ancone votive
testimonianze
di devozione e religiosita'
popolare.
Le pitture murali esistenti nello spilimberghese sono, nella maggior parte dei casi, degli affreschi la cui datazione piu' remota puo' farsi risalire al XVI secolo (1) per arrivare, sporadicamente, ai giorni nostri.
Sono opere di autori ignoti, vagabondi pittori naif, che dipingevano su commissione dei proprietari delle case, probabilmente in cambio di vitto e alloggio soltanto. L'immagine riprodotta piu' frequentemente e' quella della Madonna col bambino simbolo di protezione della casa, di devozione o di grazia ricevuta; abbastanza presenti le immagini dei santi e, piu' raramente, quella del crocefisso.
San Giorgio della Richinvelda
Questi affreschi sono l'espressione di una schietta religiosita' popolare e di una ingenua manifestazione d'arte: sono il frutto della spontaneita' del committente e del pittore.
Le guerre, i terremoti, e
l'incuria dell'uomo hanno distrutto molte di queste opere.
Gli anni del benessere economico hanno fatto credere
che il vetusto fosse da dimenticare
- se non da cancellare come una vergogna - e da sostituire col nuovo
per quanto banale potesse essere.
Il terremoto ha danneggiato molte case
che sono state demolite anziche' ristrutturate
e sono spariti con esse tanti affreschi interessanti:
gli antiquari piu' spregiudicati se ne sono appropriati,
trafugandoli.
La sovrintendenza ai beni culturali ha salvato, insieme agli edifici, piu' di qualche "icona". La presenza di lumi e di fiori posti sulle ancone, dimostra quanto sia viva tuttora la devozione dello spilimberghese per queste immagini.
(1) Quaderni del centro regionale di catalogazione dei beni culturali - Spilimbergo - Udine 1994 |