esprit de géométrie, esprit de
finesse
Fabrizio Magris - fotografia |
Manuela Poggioli - pittura |
Nel lavoro di Fabrizio Magris e Manuela Poggioli le foto della vecchia, cara Polaroid (in cui il tempo reale dello scatto collima in pratica con quello della fruizione), innestate nell'opera, appaiono creature animate di una superficie, che è anche teatro di una dinamica scatenata da un misterioso campo magnetico in movimento. Minime evidenze figurali sintonizzano la pittura su un contrasto dialettico con le foto medesime e, insieme, danno l'idea di una nuova espansione dell'essere, reso leggibile da fenomeni di luce sottopelle che mettono in rilievo allusioni alla realtà, ridotte spesso a fraseggi lineari, a piccoli corpi geometrici fluttuanti in un magma di trasparenze. Mentre il filo è elemento narrativo di congiunzione tra il contenuto della tela, percorsa da segni e incandescenze, e il cumulo di spilli mobili che mimano il brulichio vitale di natura. Enzo Santese |
"Questa
volta sembra che la fotografia sia addirittura uscita di scena, nel
momento stesso in cui è comparsa, e subito sia fuggita, infilandosi in un
imbuto di colori e di materiali, che la imprigionano e la coinvolgono
appassionatamente, come in un orgasmatico incubo onirico. Italo Zannier
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